sabato 1 novembre 2014

OMICIDI DI STATO







L'uso della forza da parte dei servitori dello Stato non è strettamente regolamentato da leggi? 
Vi sono alcune "mele marce" o si tratta di un'educazione e un addestramento che disumanizza e considera pericolo sociale manifestanti, emarginati,carcerati, individui in difficoltà o semplici e inermi cittadini?

Stefano Cucchi, fermato il 15 Ottobre 2009 per possesso di circa 30 grammi di droga.
Dopo la convalida dell'arresto, viene affidato alla polizia penitenziaria e, poco tempo dopo,il medico del tribunale si accorge di ecchimosi sulle palpebre e contusioni.

Viene trasferito all'Ospedale Fatebenefratelli, dove sono riscontrate ulteriori lesioni.

Stefano è riportato in carcere, ma il giorno successivo, il 17 Ottobre, viene trasportato all'Ospedale Pertini "dove furono ignorate le sue richieste di farmaci e fu abbandonato e lasciato morire di fame e di sete" recita l'accusa.

Alla sbarra dodici persone fra medici, infermieri e agenti di custodia, accusati di abbandono, abuso d'ufficio, favoreggiamento, falsità ideologica, lesioni ed abuso di autorità.

In primo grado, vengono condannati solo i medici, in appello tutti assolti!

La formula di assoluzione adottata dal Tribunale è quella prevista dal secondo comma dell'art.530, che, in sostanza, corrisponde all'antica formula dell'assoluzione per "insufficienza di prove".
Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, dichiara"Come è morto mio fratello è scritto sulle foto".

Le foto di Stefano le abbiamo viste tutti, così come abbiamo visto quelle di Michele Ferulli, percosso, fino alla morte, durante una manovra di ammanettamento a terra.

E le foto di Federico Aldrovandi?


E che dire di Riccardo Magherini, finito a calci e pugni, dopo essere stato fermato dai carabinieri?


Che dire di Giuseppe Uva, Marcello Lonzi, Riccardo Rasman, Aldo Bianzino, Gabriele Sondri, Carlo Giuliani, Gabriele Bifolco? E del massacro della Diaz?


Vergognoso il comunicato del SAP (Sindacato Autonomo di Polizia).
"Tutti assolti, come è giusto che sia. In questo Paese bisogna finirla di scaricare sui servitori dello Stato le responsabilità dei singoli, di chi abusa di alcol e droghe, di chi vive al limite della legalità. Se uno ha disprezzo per la propria condizione di salute, se uno conduce una vita dissoluta, ne paga le conseguenze. Senza che siano altri, medici, infermieri o poliziotti in questo caso, ad essere puniti per colpe non proprie".


Parole che richiamano quelle del giudice istruttore, a proposito della sentenza di archiviazione del caso Piero Bruno, un ragazzo di 18 anni, trucidato dalle Forze dell'Ordine, durante una manifestazione a sostegno del popolo angolano, a Roma nel 1975: "se per la difesa dei superiori interessi dello Stato, congiuntamente alla difesa personale, si è costretti ad una reazione proporzionata all'offesa, si può compiangere la sorte di un cittadino la cui vita è stata stroncata nel fiore degli anni ma non si possono ignorare fondamentali principi di diritto. La colpa di una perdita umana è da ascrivere alla responsabilità di chi, insofferente della civile vita democratica, semina odio tra i cittadini".


Stefano, Michele, Riccardo, Giuseppe,Marcello,Aldo, Gabriele, Carlo.....potranno avere mai giustizia? Potranno avere dignità e rispetto, queste vittime di una brutalità istituzionale?


Tutti noi potremmo essere loro, vittime sacrificali di uno Stato miope, impotente, inerte, forse estinto.


Piera Denaro      




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