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John Collier- Un bicchiere di vino con Cesare Borgia |
La famiglia spagnola è stata oggetto, nel corso dei secoli, di giudizi mutevoli e contrastanti.
Il poeta Jacopo Sannazzaro la definisce "figlia, moglie e nuora" di Rodrigo Borgia, papa Alessandro VI.
Francesco Guicciardini, scrittore, storico e politico scrive nella "Storia d'Italia": "Lucrezia Borgia non si considera se non come la figlia incestuosa di Alessandro VI, l'amante a un tempo di suo padre e dei suoi fratelli".
Neanche l'Ottocento salva Lucrezia dal cliché di femme fatale, bellissima, perfida, cinica e assassina.
Nel 1833, fu rappresentata per la prima volta "Lucrezia Borgia"tragedia di Victor Hugo,nella quale la protagonista incarna l'archetipo di malvagità femminile, divenendo, grazie al gusto delle tenebre di certo Romanticismo, avvelenatrice ed essere demoniaco.
La tragedia di Hugo ispirò, poi, Felice Romani, librettista dell'omonimo melodramma di Gaetano Donizetti.
Sulla stessa scia si imposta il ritratto di Lucrezia fornito da Alexandre Dumas padre, nel primo volume della serie "Les crimes celebres ": "La sorella era degna compagna del fratello. Libertina per fantasia, empia per temperamento, ambiziosa per calcolo, Lucrezia bramava piaceri, adulazioni, onori, gemme, oro, stoffe fruscianti e palazzi sontuosi. Spagnola sotto i suoi capelli biondi, cortigiana sotto la sua aria candida, aveva il viso di una madonna di Raffaello e il cuore di una Messalina".
Anche lo storico francese Jules Michelet vide in Lucrezia il demone femminile insediato sul trono vaticano.
Altra accusa riguarda l'uso di un veleno micidiale, chiamato cantarella, con il quale i Borgia avrebbero eliminato i nemici, versandolo nelle bevande o nei cibi.
Nella già citata tragedia, Hugo le fa dire: "Un veleno terribile, un veleno la cui sola idea fa impallidire ogni italiano che sa la storia degli ultimi vent'anni (...). Nessuno al mondo conosce un antidoto a questa composizione terribile, nessuno, ad eccezione del papa, del Signor Valentino e di me".
Chimici e tossicologi, però, si dichiarano convinti che gli effetti della cantarella siano del tutto leggendari.
Perché non sottrarre Lucrezia al racconto tradizionale e alla condanna morale, restituendole il giusto valore di donna determinata, partecipe e, a volte, anche vittima, delle vicende politiche del suo tempo?
Anche Cesare, il duca Valentino, è stato considerato spesso un miserabile avventuriero, privo di idee ed ideali, innalzato al potere dalle armi e dalla fortuna del padre.
Da Jerome Robins e Peter Arnold in "Serial Killers. 100 Tales of Infamy, Barbarism and Horrible Crime"è considerato un serial killer che, nel corso della sua vita, manifestò una crudeltà gratuita,e non solo verso i suoi nemici politici, torturando, massacrando e uccidendo all'unico scopo di soddisfare la sua sete di sangue ed il suo bisogno di onnipotenza.
Sempre Robins e Arnold riferiscono che il giovane Borgia, violentasse selvaggiamente le ragazze dei villaggi e, a volte, le uccidesse, con comportamenti tipici di un moderno serial killer sessuale.
Riteniamo che, per definire serial killer un individuo, sia necessario studiare e valutare numerosi altri elementi.
Preferiamo, senza dubbio, il ritratto di Cesare fornitoci da Niccolò Machiavelli ne "Il Principe", proponendolo come modello di nuovo capo di stato.
Secondo Machiavelli "Chi adunque iudica necessario nel suo principato nuovo assicurarsi de' nemici, guadagnarsi delli amici, vincere per forza o per fraude, farsi amare e temere da' populi, sequire e reverire da' soldati, spegnere quelli che ti possano o debbano offendere, innovare con nuovi modi gli ordini antiqui, essere severo e grato, magnanimo e liberale, spegnere la milizia infedele, creare della nuova, mantenere le amicizie de' re e de' principi in modo che ti abbino o a beneficare con grazia o a offendere con respetto, non può trovare e più freschi esempli che le azioni di costui".
Il principe ha, dunque, una missione: mantenere lo stato, prevenendo i nemici e garantendosi degli amici; deve farsi temere dai sudditi e rispettare dai soldati.
Egli obbedisce alla legge crudele della necessità, che può spingere al delitto per esigenza di difesa. Ma le crudeltà, se vi si è costretti, devono essere usate a buon fine:"Et etiam non si curi di incorrere nella infamia di quelli vizi sanza quali e' possa difficilmente salvare lo stato".
Il male, secondo Machiavelli, nasce dalla corruzione dei tempi e gli stati non si reggono con la bontà perché gli uomini non sono "naturalmente" buoni.
Il principe, pertanto, può incorrere in certi vizi, se questi gli valgono la salvezza dello stato.
Quali sono, allora, le radici della terribile fama dei Borgia?
Sicuramente alla strategia politica di Cesare, finalizzata all'unificazione e alla grandezza nazionale, non nel senso risorgimentale s'intende, ed alla posizione critica, rispetto alla Chiesa Romana, di anticattolici e anticlericali, che porterà alla demonizzazione di tutta la famiglia .
Ultima lancia spezzata a favore dei Borgia: furono grandi mecenati e sostennero i più grandi artisti del loro tempo.
Concepirono, quindi, il potere anche come forma di promozione delle arti.
Chapeau!
Piera Denaro