lunedì 6 ottobre 2014

CATTIVE MADRI: LA PEDOFILIA FEMMINILE

Se ne parla e se ne scrive poco, ma non significa che la pedofilia femminile non esista.

Già, circa 2000 anni fa, Petronio nel suo Satyricon narrava di un gruppo di donne compiaciute ed eccitate davanti allo stupro di una bambina di sette anni.

Nel pensiero comune, il pedofilo è maschio, ma anche le donne sono capaci di abusare di bambini e adolescenti.

“Pensare che una donna possa essere un’abusante sessuale è raccapricciante, è sconvolgente perché la donna è associata all’idea di mamma. Teoricamente una madre non potrebbe mai danneggiare un bambino” dice Loredana Petrone, psicoterapeuta e sessuologa, esperta in prevenzione delle moderne forme di violenza, autrice con Mario Troiano del libro “E se l’orco fosse lei? Strumenti per l’analisi, la valutazione e la prevenzione dell’abuso al femminile .

Negli ultimi anni, il Web ha contribuito a portare in evidenza la diffusione di tale fenomeno. In rete, infatti, sono sempre più numerosi le immagini e i filmati pedopornografici che coinvolgono donne e madri. Proliferano anche comunità virtuali che offrono consigli per ottenere materiale e raggiungere minori .

La pedofilia femminile, come quella maschile, può annidarsi all’interno delle mura domestiche o rivolgersi all’esterno, scegliendo mete lontane, come luoghi ideali per l’adescamento.

Quella intrafamiliare, la più difficile da identificare, si cela dietro espressioni alimentate da ambigui rapporti di amore e di ostilità. In numerosi casi l’abusante è la madre e le statistiche di Telefono Azzurro ce lo confermano, anzi negli ultimi anni, in Italia, è salita la percentuale di abusi sessuali commessi in famiglia da parte di donne.

La pedofilia femminile, in forma di turismo sessuale, compare intorno agli anni ’70, quando donne americane e canadesi, favorite dall’emancipazione economica e motivate dalla ricerca di soddisfazione sessuale e appagamento materno, iniziano a raggiungere spiagge lontane alla conquista di beach boys e beach girls.

Oggi, mete delle nordamericane e delle europee sono Caraibi, Tunisia, Marocco, Kenya, Giamaica e Brasile. La Thailandia è preferita dalle giapponesi, Marrakesh dalle scandinave e dalle olandesi.
Dalla testimonianza di medici, che hanno curato piccoli abusati, sappiamo che ai bambini maschi, per rendere possibile l’atto sessuale, vengono iniettati ormoni e droghe nei testicoli.

Diverse le cause scatenanti di un comportamento pedofilo da parte di una donna: separazione, abbandono, eventi traumatici non elaborati e quindi, irrisolti. Tra le conseguenze più importanti di un trauma non risolto, è l’impulso e l’ossessione a reiterare l’evento.

Loredana Petrone e Mario Troiano individuano sei tipologie di pedofilia femminile:


       Pedofilia latente- La donna nutre morbosa attrazione per i bambini; ha fantasie erotiche che non si concretizzano, grazie all’ostacolo morale di cui è in possesso.

      Pedofilia occasionale - La donna, pur non avendo gravi distorsioni psicologiche, in situazioni particolari, come viaggi in Paesi con un forte tasso di turismo sessuale, si lascia andare ad esperienze sessuali trasgressive. Si tratta, in genere, di donne di età compresa tra i 40 e 50 anni, con un livello socio-culturale medio-alto, single o divorziate.


  Pedofilia immatura-La donna non è riuscita a sviluppare normali rapporti con i coetanei , mancando di una sufficiente maturità emotiva ed affettiva. Rivolge, pertanto, le sue attenzioni verso il bambino, dal quale non si sente minacciata.

Pedofilia regressiva- La donna, avvertendo un senso di inadeguatezza a vivere il quotidiano, regredisce ad una fase infantile. Sentendosi bambina, rivolge interesse sessuale verso i bambini.

   Pedofilia sadico-aggressiva- La donna trae piacere nel provocare dolore o morte. Alla base di questo comportamento c’è un bagaglio di aggressività, frustrazione ed un senso di svalutazione di se stessa e degli altri.

   Pedofilia omosex- La donna rivolge alla bambina l’amore non ricevuto dalla madre. Identificandosi con la piccola vittima, colma con l’abuso il vuoto affettivo.


Bisogna puntare l’attenzione e far luce su un fenomeno così grave e complesso, al fine di predisporre strumenti di prevenzione e tutela dell’integrità psico-fisica dei minori.

                                                                                                                                                    

 Piera Denaro

2 commenti:

  1. La mia eterna domanda, su questo tipo di argomenti: cosa e' intrinsecamente contro l'umanita', cioe' cosa e' da condannare senza ombra di dubbio e in base a criteri assoluti?
    Dove sono scritti o enunciati questi criteri assoluti?
    Nella morale? Come dire nell'acqua: se chi mi legge non e' completamente ignorante, oppure obnubilato da ideologie politiche o religiose (tombe dell'intelletto), beh... sa bene che la morale cambia quasi di giorno in giorno, ormai. Basta il tema dell'omosessualita' per tappare qualsiasi bocca "moralista" con cemento Portland al caolino.
    Messa da parte la signora Morale , prendiamo il lanternino di Diogene e cerchiamo dove diavolo sono andati a nascondersi questi agognati criteri assoluti di giudizio.
    Non faccio in tempo ad andare a capo, che un'orda di psicologi, psichiatri, assistenti sociali, pedagoghi e sociologi mi inchiodano alla croce con una spara-chiodi (per fare prima): "Hai idea, tu, turpe malcreato di razza malnata, di quali danni psico-tutto subiscano le vittime della pedofilia?"
    L'idea ce l'ho e, se mi togliete quel chiodo sparato a crocifiggere le mie parti basse, vi dimostro che, forse, e' piu' chiara della vostra.
    L'ubriacatura da moralismo impedisce, purtroppo, di discernere la duplice natura delle cause del danno.
    Una e' la morale stessa: se la vittima sa di fare qualcosa contro la morale, sviluppera' perlomeno un complesso di colpa che, a sua volta, lo trascinera', ben che vada, almeno nel circolo vizioso dell'autopunizione e tutto quello che segue.
    Se, invece, c'e' stata violenza, compresa quella dolce, la natura del danno non ha neppure necessita' di essere spiegata.
    I due tipi di danni possono essere ovviamente concomitanti e creare riflessioni multiple, che portano ancora piu' lontano.
    Deposizione dalla croce?
    No.
    Perche' il primo tipo di causa da me descritto ha, in effetti, puntato il dito sulla signora Morale. E chi tocca la morale muore!
    E, peggio ancora, se nessuno di quei due "se" si verifica, dove sara' il danno? Teorizzare un danno oggettivamente dimostrabile sara' impresa dura per chiunque, ed io vado punito per averlo solo pensato.
    Lancia nel costato e flagellazione in croce: senza pozione di aceto e fiele, per non diminuire la mia sensibilita' al dolore.
    Eppure... eppure questa signora Morale, tanto signora non e': e' una cortigiana che si prostituisce al mutare dei tempi. E lo fa in un modo molto meno pulito di quanto possa fare una prostituta di vicolo immondo della suburra: si piega ora al piacere dell'ideologia religiosa, ora a quello dell'ideologia politica, ora a quello dell'ignoranza popolare piu' disorientata.
    Volo pindarico.
    Quali danni subisce un bambino coartato dai suoi educatori a fare cose ben lontane dal suo estro? E' violenza quella o no? E dov'e' la dolcezza in quella violenza? E sono i danni forse migliori di altri, inferti con modalita' diverse?
    E perche' quegli educatori (madre, padre etc.) non sono sotto processo insieme ai pedofili?
    La risposta e' ovvia:
    la Grande Meretrice (ecco la planata del volo pindarico) accoglie in se' quella violenza, anzi... la fregia di alto valore sociale, chiamandola "Educazione".
    Morale e Violenza: le gambe su cui si reggono e camminano educazione, istruzione e "societa' civile".
    (...continua nel prossimo commento...)

    Anubis Habili (google+)

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  2. (...continua dal commento precedente...)

    Diventa morale quello che un'oligarchia dispensa per tale alla moltitudine che cerca di controllare. Tutto quello che segue (le leggi) sono una conseguenza piu' o meno logica; ma ci si dimentica che il punto di partenza non ha nulla di dimostrabile e quindi nulla di logico.
    Altrimenti non si spiegherebbe come i figli di Adamo ed Eva siano tranquillamente vissuti nell'incesto. Avranno provato la repulsione che provo io al pensiero? Credo proprio di no, altrimenti non saremmo qui.
    Ma io sono stato "violentato" in direzione diversa: mi e' stata dispensata una "morale" diversa. Quando e' toccato a me, la Grande Meretrice si e' piegata al piacere di qualcun altro.
    Che bel pasticcio eh?
    Parlando correttamente, allora, io posso solo dire che la pedofilia non mi piace, quanto non mi piace l'incesto, e posso dire che credo in Dio, ma mai, mai e poi mai, riusciro' a dimostrare che la pedofilia e l'incesto, senza alcun tipo di violenza, rappresentino il male. E tanto meno riusciro' a dimostrare che Dio esiste.
    E, udite!.. udite!.., non mi piace neppure l'omosessualita'; ma mi guardero' bene non solo dal condannarla, ma anche dal non rispettarla.
    Scendiamo dal pulpito, e focalizziamo la nostra attenzione sulla violenza: violenza pedofila, si', violenza psicologica, si', violenza fisica, si', violenza ideologica, si', violenza omosessuale, si', violenza maschile sulle donne, si'... ma non una si' e una no, a discrezione.
    Fondiamo la nostra educazione (e le nostre leggi) sulla logica, piuttosto che sulla morale e sulla violenza: stiamo sempre attenti a non farci confondere dalla Grande Meretrice.

    Anubis Habilis (google+)

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