venerdì 1 maggio 2015

Lo stupro è stupro


                          Un problema sociale poco discusso: la violenza sessuale sugli uomini

I dati relativi alla violenza sessuale sugli uomini sono sorprendenti.

Da una recente ricerca condotta in Italia, il 58% degli oltre mille uomini intervistati, risulta subire violenze fisiche dalla propria partner e l'8,6% dichiara di essere stato costretto, attraverso l'utilizzo della forza e delle minacce, a rapporti sadomaso o durante il periodo mestruale. Il 4,1% dei soggetti intervistati è stato forzato a sesso di gruppo e scambi di coppia.

Può un uomo subire violenza sessuale da una donna? 

La convinzione che sia impossibile per i maschi rispondere sessualmente, quando sottoposti a molestie sessuali da parte di una donna, è errata.

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Archives of Sexual Behavior "L'erezione può verificarsi in una varietà di stati emotivi, tra cui rabbia e terrore".

Una conferma arriva dal Journal of Clinical Forensic Medicine: la stimolazione sessuale non richiesta o non consensuale può portare ad eccitazione indesiderata e al raggiungimento dell'orgasmo.
Oltre alla stimolazione non consensuale, è pure possibile usare l'arma della minaccia o della ritorsione per costringere un uomo ad un rapporto sessuale, o approfittare di una stato di incoscienza per consumare uno stupro.

Tre sono le strategie aggressive  finalizzate ad un'interazione sessuale non consensuale: forza fisica, sfruttamento dell'uomo in stato di incapacità e pressione verbale, come tre sono le forme di contatto sessuale indesiderato: baciare/petting, rapporto sessuale e sesso orale.

Dove sono le campagne contro la violenza sessuale sugli uomini?
Dove sono i centri antiviolenza per vittime maschili?

Per l'uomo non c'è una sollecitazione istituzionale a denunciare la violenza subita, nessun centro di accoglienza, nessun numero verde, nessuno sportello di ascolto pubblico o privato.
Non esiste neanche un sistema legale preparato a prevenire e reprimere un simile crimine. Si aggiunga a tutto ciò la bassa propensione denunciatoria da parte delle vittime che si scontrano con gli atteggiamenti di sufficienza, sottovalutazione e spesso di derisione da parte di chi dovrebbe contrastare il fenomeno.

Secondo la psicoterapeuta Elizabeth Donovan :"Gli uomini hanno il peso aggiuntivo di dover affrontare una società che non crede che lo stupro possa succedere anche a loro".

C'è anche un altro problema: la paura di vedere intaccata la propria mascolinità, il sentirsi meno uomini.

L'estrema difficoltà di riconoscersi vittima porta ad un sommerso, ad un numero oscuro di vittime maschili superiore a quello femminile.

Pare che nel Regno Unito si stia iniziando a prendere coscienza del problema: sono stati stanziati 500mila sterline a sostegno degli uomini vittime di violenza sessuale ed è stata lanciata la campagna governativa #breakthesilence, mirata a facilitare la denuncia.

Non sono rari i casi di uomini forzati a rapporti sessuali penetrativi nelle prigioni, nei conflitti armati, nell'esercito americano.

Recente l'episodio del carcere di Modica dove alcuni agenti avrebbero abusato dei detenuti, minacciandoli di nascondere droga in cella.

Secondo i dati 2008/2009 del Dipartimento di Giustizia Statunitense, negli istituti correzionali giovanili, il 95% dei giovani ha dichiarato di essere stato vittimizzato da personale femminile.

Casi documentati arrivano, durante i conflitti armati, dall'Afghanistan, Iran, Congo.
Il 21% dei maschi Tamil dello Sri Lanka ha raccontato di aver subito abusi sessuali durante la guerra.
Uno studio sul conflitto balcanico riporta che circa 4800 uomini siano stati stuprati durante un in ternamento in un campo di prigionia.
Lo stupro è, in questo caso, un'arma silenziosa per stabilire una posizione dominante ed evirare il nemico.

Nathaniel Penn, in un articolo sul mensile americano GQ, ha raccontato il tema poco conosciuto e discusso delle violenze sessuali sui soldati maschi all'interno dell'esercito americano.

Il trauma sviluppato è particolarmente doloroso,dato che la violenza è commessa da qualcuno in cui si deve poter riporre la più totale fiducia.
Molti soldati sono diventati alcolisti, altri sono ormai incapaci di ogni legame affettivo e sessuale.
Un numero non indifferente fatica a trovare lavoro, perché nessuno vuole assumere un ex militare schizofrenico.
Per insabbiare gli abusi, infatti, l'esercito congeda frequentemente i soldati abusati, diagnosticando falsi disturbi della personalità.

MST (Military Sexual Trauma) è l'acronimo utilizzato dal Dipartimento dei Veterani per indicare gli stupri o le molestie sessuali subiti durante il servizio.

Secondo alcune ricerche, il tasso di soldati che sviluppano un disturbo da stress post traumatico in seguito ad abusi sessuali risulta doppio rispetto a quello sviluppato per traumi legati al combattimento.

Altro problema riguarda l'inadeguatezza delle strutture. Come racconta Penn, i centri sono carenti e impreparati al supporto del genere maschile, tanto che ad alcuni soldati è stata negata l'assistenza.

Nello studio di Nathaniel Penn sono riportate anche dolorose dichiarazioni di soldati:

"Quando un sergente di artiglieria ti dice di toglierti i vestiti, è meglio che te li togli. Non fai domande". ( Marine)

"Non avevo paura di denunciarlo. Mi vergognavo ed ero disgustato.I maschi non vengono violentati. Non volevo dirlo a nessuno. Non volevo dir niente".(Marine)

"Uno dei medici mi disse poi - Figliolo, gli uomini non vengono violentati- " .(Marine)

"Ancora oggi continuo a tagliarmi le braccia, le gambe, lo stomaco, con un coltello da caccia o la lama di un rasoio. Mi dà un senso di controllo, di endorfine, di sollievo. Gli incubi tornano di continuo. Sono così realistici che posso sentire il manico di scopa salire dentro di me".(Esercito)

"Mi hanno mandato via diverse volte. C'è una specie di muro che dice- non può essere successo a te, tu sei un uomo- ".(Aeronautica)

"Stavo iniziando ad avere delle allucinazioni di gente che veniva a prendermi. Mi barricai nella mia stanza in caserma perché avevo sentito una chiave nel lucchetto e avevo pensato che stavano per entrare. Era il mio compagno di stanza ma io stavo urlando- non fatemi male! -. Mi portarono in ospedale e alla fine lì raccontai allo psichiatra cos'era successo. Fu un grave errore. Venni messo in un reparto psichiatrico simile a quello di Qualcuno volò sul nido del cuculo. Il dottore disse- Ti è piaciuto, vero? Dai dimmi la verità- " .(Marine)


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