domenica 14 giugno 2015

Se il paziente è anche detenuto



     Allarme salute detenuti in Italia: 2 su 3 sono malati  
                                

Si è tenuto a Cagliari, dal 3 al 5 Giugno, il Congresso Nazionale della Società Italiana di Medicina e Sanità Penitenziaria (SIMSPe) per la tutela delle condizioni di salute dei detenuti italiani: "Se il paziente è anche detenuto".

La SIMSPe è una Onlus che si occupa di tutelare la salute dei detenuti, elabora studi, cura la formazione di infermieri, psicologi, medici che operano negli istituti penitenziari italiani.

Il professore Sergio Babudieri, Coordinatore Scientifico del Congresso e Presidente della SIMSPe spiega"Il titolo è già eloquente. Si tratta di un richiamo per tutta la nostra categoria di medici, ma anche per infermieri, operatori sanitari, agenti di polizia penitenziaria che operano all'interno dei 199 istituti penitenziari italiani, che deve ricordare che stiamo parlando di pazienti. Sono detenuti, ma in primo luogo sono dei pazienti".

Secondo i risultati dell'indagine presentata durante il Congresso, almeno 2 detenuti su 3 sono malati.
Le malattie più frequenti sono infettive ed interessano il 48% dei detenuti. Seguono i disturbi psichiatrici al 32%, le malattie osteoarticolari al 17%, le malattie cardiovascolari al 16%, i disturbi metabolici all'11% e dermatologici al 10%.

La popolazione detenuta in Italia nell'ultimo decennio è cresciuta dell'80%. Presenze: 53498. Capienza: 49493. Il sovraffollamento equivale a + 8,1%.
La maggior parte delle carceri italiane presentano elementi comuni: bagno e cucina nello stesso locale, bagno alla turca o water separati da un muretto di neanche 1 metro, cambio di lenzuola ogni quindici giorni.
L'assistenza sanitaria è di pessima qualità per insufficienza di personale.

Bisognerebbe attenzionare anche il rischio suicidario nelle carceri.

Dall'indagine condotta dall'ARS Toscana sulle regioni Toscana, Lazio, Umbria, Veneto, Liguria, Campania (Salerno), il 53% dei detenuti è stato valutato a rischio suicidio.
Su 13781 detenuti, 666 avevano messo in atto almeno 1 gesto autolesivo, in molti casi reiterato.

E' preoccupante la condizione dei minorenni.

 Lo studio ne ha presi in esame 86 fra ragazzi e ragazze con età media di 17 anni.Il gruppo etnico più rappresentativo proviene dall'Europa dell'Est. Il livello scolastico è bassissimo.
Circa il 40% del totale dei minori considerati ha manifestato almeno 1 malattia. Sono risultate più frequenti le patologie psichiatriche.
Il fenomeno evidenzia la necessità di un intervento urgente, ancor più che sulla popolazione detenuta adulta, volto al recupero fisico, psicologico e sociale di questi soggetti.

Circa 20000 detenuti soffrono di una malattia mentale: psicosi, depressione, disturbi bipolari e di ansia, disturbi di personalità borderline e antisociale.
A volte sono già ammalati, altri si ammalano durante la detenzione, complici il sovraffollamento, le strutture fatiscenti, la popolazione straniera e il contesto sociale di difficile gestione.

La chiusura degli OPG

Con la chiusura degli OPG ( Ospedale Psichiatrico Giudiziario) si dovrebbe finalmente aprire per i detenuti una fase terapeutica. Questo però sulla carta.
In teoria i reclusi dimissibili dovrebbero cominciare un percorso di reinserimento a cura dei Dipartimenti di Salute Mentale di residenza; i non dimissibili, vale a dire quelli considerati pericolosi per sé e per gli altri, dovrebbero andare in carico alle Rems (residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza): strutture molto piccole, 20 letti, espressamente terapeutiche e con personale esclusivamente sanitario.
Ripetiamo, tutto ciò in teoria, perché Rems ancora non se ne vedono o se ne vedono pochissime approntate in tutta fretta su vecchie strutture carcerarie.
Quindi gli OPG, definiti da tutti "estremo orrore",continueranno ad esistere e funzionare.

 Se un giorno ci saranno i Rems, cambierà veramente qualcosa?

La facciata è nuova: i nuovi edifici dovrebbero somigliare a cliniche terapeutiche di educazione e riabilitazione degli internati. Ma la sostanza cambierà?
Nella realtà queste strutture potrebbero essere nuovi OPG passati dalla gestione dello Stato a quella delle Regioni.
Molto preoccupante.
Foraggeranno i privati per la costruzione e la gestione? Gli appalti frutteranno milioni di euro di finanziamenti regionali?
Potrebbe essere la solita storia italiana.

Per l'ennesima volta emerge la necessità di interventi legislativi a tutela della dignità della persona e del rispetto dei diritti umani, in primis quello alla salute, sancito dalla nostra Costituzione.

Qualche fanatico dell' "occhio per occhio e dente per dente" torcerà il naso, ma il detenuto è anche un paziente e come tale va sostenuto e curato, sempre e comunque.






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