sabato 6 giugno 2015

GLI ANGELI DELLA MORTE



In Criminologia si utilizza la definizione "Angelo della Morte" per indicare una categoria di serial killer che opera in un ambiente medico o sanitario, nel quale si instauri una relazione di assistenza o di cura tra due o più soggetti.


Caratteri principali degli "Angeli della Morte"
  • Possono uccidere per molto tempo prima di essere scoperti, grazie alle vittime già a disposizione sul luogo di lavoro e a rischio di morte.
  • Possiedono la capacità di commettere degli omicidi, classificabili, nella maggior parte dei casi, come decessi naturali.
  • Sono capaci di "sdoppiamento": il medico o l'infermiere che diventa assassino seriale non smette di curare gli altri malati.


Il patologo forense, William G. Eckert, in un articolo pubblicato su "American Journal of Forensic Medicine and Pathology", ha descritto i vari metodi che, nel corso della storia, i medici hanno utilizzato per uccidere: avvelenamento da cicuta, arsenico,stricnina, morfina, insulina, curaro, iniezioni di sostanze tossiche e di microorganismi.

In sede investigativa, il problema principale riguarda la quasi impossibilità di cogliere l'assassino mentre somministra la sostanza letale.

Questo particolare rende estremamente difficile portare il caso in Tribunale o arrivare ad una sentenza di condanna, anche perché le prove a carico del presunto assassino sono di tipo indiretto.
Ad esempio, anche in presenza di sostanze tossiche in un cadavere, non è semplice stabilire se ci sia stata una somministrazione volontaria e a scopo lesivo.
Nonostante i progressi degli studi tossicologici, medici e infermieri spesso riescono a non essere individuati come "Angeli della Morte".

Negli Stati Uniti, la restrizione di fondi ha fatto calare drasticamente il numero delle autopsie. Si aggiunga, poi, che sono gli stessi medici ad esaminare il cadavere e a determinare le cause del decesso.

In Italia, gli "Angeli della Morte" riescono ad uccidere tante vittime senza ostacoli perché si spostano spesso da un ospedale ad un altro e non esiste una comunicazione efficace fra le autorità di polizia delle diverse giurisdizioni.
In alcuni casi, sono le stesse amministrazioni ospedaliere che, pur sospettandone la presenza, preferiscono allontanarli e mantenere il silenzio su un improvviso aumento di decessi, per paura di uno scandalo con conseguenti panico fra la gente e perdita di finanziamenti.


"Angeli della Morte" famosi all'estero



Harold Shipman

Stimato medico inglese e forse il più prolifico serial killer di tutti i tempi: 345 vittime durante la sua attività medica e, se avesse iniziato ad uccidere negli anni del praticantato, il numero di pazienti uccisi potrebbe superare le 1000 unità. Non si saprà mai la verità perché la maggior parte dei cadaveri è stata cremata e Harold Shipman si è suicidato in carcere nel 2004.

Secondo John Douglas, profiler dell'FBI, Shipman presentava una personalità antisociale: era incapace di distinguere il bene dal male, non nutriva rispetto per l'autorità, le leggi e i codici etici.
L'esperienza della morte della madre per cancro, quando Shipman era ancora un ragazzo, secondo il profiler, era stata percepita come un abbandono che lo avrebbe portato ad una forma di rivalsa.
Sempre secondo Douglas, è probabile che ogni volta che il medico drogava il paziente, stesse simbolicamente acquistando il controllo della morte della madre e vendicandosi su di lei per averlo abbandonato.


Vickie Dawn Jackson (Texas)
Infermiera. Periodo omicidi 2000/2001. Vittime: 20 pazienti anziani.

Lucy De Berk (Olanda)
Infermiera. Periodo omicidi 1997/2001. Vittime: 13 pazienti di età e sesso variabili.

Charles Cullen (Stati Uniti)
Infermiere. Periodo omicidi 1987/2003. Vittime: 200 pazienti.

Tsei Sabro Takahashi (Giappone)
Medico. Periodo omicidi 1935/1936. Vittime: 34 pazienti.

Richard Angelo (Stati Uniti)
Infermiere. Periodo omicidi 1987. Vittime: 25 pazienti.

Donald Harvey ( Stati Uniti)
Infermiere. Periodo omicidi 1970/1987. Vittime: 80 fra pazienti, amanti omosessuali, amici e vicini.


L'elenco sarebbe lunghissimo, ma non è possibile tralasciare Jack Kevorkian, il "Dottor Morte", figura estremamente controversa.
Da alcuni è considerato il prototipo del medico umanitario che aiuta i malati in condizioni critiche a togliersi la vita per non sottoporsi a sofferenze inutili, da altri è invece considerato un serial killer raffinatissimo che riusciva ad esercitare il suo bisogno di onnipotenza dietro il paravento dell'interesse per la sofferenza dei pazienti.



"Angeli della morte" famosi in Italia


Antonio Busnelli
Infermiere generico, condannato per omicidio plurimo. Lavorava al reparto di rianimazione dell'Ospedale Fatebenefratelli di Milano.

Alfonso De Martino
Infermiere professionale presso il reparto di medicina generale dell'ospedale di Albano Laziale. L'incriminazione per omicidio plurimo volontario avviene grazie alla testimonianza di un dipendente dell'ospedale che, il 17 Febbraio 1993, lo vede immettere sostanze non prescritte dai medici nella flebo di un paziente che muore pochi minuti dopo.

Angelo Stazzi
Infermiere. Sette omicidi nel 2009. Iniettava ai pazienti psicofarmaci per abbassarne le difese immunitarie e poi somministrava massicce dosi di insulina.

Sonya Caleffi
Infermiera professionale presso l'ospedale "Manzoni" di Lecco nel 2004.Iniettava bolle d'aria ai pazienti per creare l'emergenza e poi intervenire, risolvendo il caso. Confessa di aver ucciso per "il bisogno di sentirmi importante...io praticavo quegli interventi perché mi piaceva che tutti accorressero in tempo a salvare i pazienti".


Secondo la psicologa giuridica Sara Pezzuolo, gli "Angeli della Morte" rientrano nella categoria del "Serial Killer Dominatore", cioè tra coloro che uccidono per esercitare un totale controllo sulla vita e sulla morte di una persona. L'atto delittuoso è determinato dal profondo bisogno di sentirsi potenti e gratificati, di sentirsi "Dio".

L'attività omicida può essere associata a periodi di forte stress o a disturbi di personalità , quali il disturbo borderline, istrionico, narcisistico.

Come è possibile che individui con problemi psichici vengano assunti in una struttura sanitaria senza che siano sottoposti ad attenti esami psichiatrici?

Le professioni sanitarie sono tutte a rischio "burnout" che, letteralmente, significa "bruciato" e indica quella sindrome per cui un soggetto, a contatto costante con situazioni patologiche, sviluppa una reazione da stress che lo porta alla perdita dell'equilibrio psichico, con possibilità di agire comportamenti dannosi agli altri.

In Italia, all'atto dell'assunzione, ogni medico e infermiere viene sottoposto ad una visita medica che, però, condotta in maniera superficiale, assume i connotati di mera formalità.



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