Un problema ad esito patologico spesso sottovalutato.
![]() |
La sindrome da Burnout colpisce soprattutto medici, figure sanitarie, addetti ai servizi di emergenza, insegnanti. |
Burnout significa letteralmente "bruciarsi completamente", potremmo anche tradurlo con "non ce la faccio più".
Il burnout, secondo la definizione della Dottoressa Francesca Birello, "è un esito patologico di un processo stressogeno che colpisce le persone che esercitano professioni di aiuto, qualora queste non rispondano in maniera adeguata ai carichi eccessivi di stress che il loro lavoro li porta ad assumere".
Il burnout colpisce medici, figure sanitarie, addetti ai servizi di emergenza, insegnanti.
Di quest'ultima categoria vorremmo parlare.
Alcune ricerche dimostrano che il comparto scuola è quello più a rischio. Non si può non citare la pubblicazione: "Burnout e patologia psichiatrica negli insegnanti" a cura di Lodolo D’Oria Vittorio, Pecori Giraldi Francesca, Vitello Antonio, Vanoli Carola, Zeppegno Patrizia, Frigoli Paolo
"Nell’Orto degli Ulivi un Maestro in preda a tristezza e angoscia.
I suoi discepoli, diversi per provenienza e cultura, disorientati e stanchi.
La comunità ostile.
Le istituzioni contro.
Un lungo avvenire davanti."
Tale sindrome è caratterizzata da affaticamento fisico, atteggiamento distaccato e apatico nei rapporti interpersonali, sentimento di frustrazione per la mancata realizzazione delle proprie aspettative.
![]() |
Fabio Folgheraiter |
A questi sintomi, Fabio Folgheraiter, docente di Metodologia del Servizio Sociale presso l'Università Cattolica di Milano, aggiunge la perdita di autocontrollo, cioè smarrimento del senso critico che consente di attribuire all'esperienza lavorativa una giusta dimensione.
La professione, quindi, viene ad assumere un'importanza smisurata nell'ambito della vita di relazione.
I risultati di un'indagine, svolta dai Collegi Medici della ASL di Milano su diverse categorie professionali, dimostrano che la categoria degli insegnanti è soggetta a una frequenza di malattie psichiatriche pari a due volte quella della categoria degli impiegati, due volte e mezzo quella del personale sanitario e tre volte quella degli operatori.
Tra le cause di stress lavorativo nella scuola italiana, secondo quanto indicato nello studio, troviamo:
- la trasformazione della società verso uno stile di vita sempre più multietnico e multiculturale.
- l'avvento delle nuove tecnologie di comunicazione elettronica.
- il passaggio critico dall'individualismo al lavoro d'equipe.
- il rapporto con studenti e genitori, classi numerose, conflittualità fra colleghi.
- il continuo evolversi della percezione di nuovi valori sociali.
- il susseguirsi continuo di riforme.
- la maggiore partecipazione degli studenti alle decisioni e conseguente livellamento dei ruoli con i docenti.
- l'inadeguato ruolo istituzionale attribuito alla professione (retribuzione insoddisfacente, risorse carenti, precarietà del posto di lavoro, mobilità, scarsa considerazione da parte dell'opinione pubblica). Opinione diffusa: vita comoda, brevi orari di lavoro, ferie lunghe.
Nello studio sono pure riportate descrizioni e analisi delle reazioni di adattamento, coping strategies, che i singoli insegnanti adottano per far fronte al burnout, nel tentativo di reagire ad una situazione che potrebbe degenerare in malattia psicofisica.
Lo studioso inglese P. Cooper diversifica le coping strategies in:
- azioni dirette ( direct), miranti ad affrontare positivamente la situazione.
- diversive (diversionary), tese a schivare l'evento, assumendo un atteggiamento apatico e distaccato.
- di fuga (withdrawal), abbandono dell'attività, per sottrarsi alla situazione stressogena.
- palliative (palliative), ricorso a sostanze come caffè, fumo, alcool, farmaci.
![]() |
Scarica la guida ISPESL |
In queste parole c'è tutto: ideologia del diritto a qualsiasi cosa, eclissi del dovere, smania di ottenere risultati con facilità e senza fatica.
Quella italiana è una scuola in cui l'invadenza e l'arroganza dei genitori sono un malcostume diffuso e intollerabile, è una scuola in cui gli alunni sono sempre più viziati e maleducati, anzi "educati male"(non vorremmo urtare la suscettibilità di qualche lettore), dagli atteggiamenti gravemente diseducativi assunti da genitori, a volte improvvisati e troppo protettivi.
Il passo è breve: otteniamo ragazzi deresponsabilizzati e ignoranti.
Ad ognuno il suo ruolo.
Il genitore spesso entra a gamba tesa in un territorio non suo e pretende di insegnare ai docenti come fare i docenti.
Sono proprio questi i genitori che danneggiano la scuola.
I docenti sono stufi di regalare sufficienze a chi avanza disturbi psicologici, lamenti e piagnistei, causati da un'incauta valutazione dell'insegnante, a detta dei genitori.
Certificati medici compiacenti e minacce di vie legali: ecco il nuovo che avanza,"le magnifiche sorti e progressive".
Non ce la faccio più.
Piera Denaro
Nessun commento:
Posta un commento