Osservando la distribuzione territoriale del fenomeno
omicidiario, emergono tre differenti scenari. Al Nord la famiglia è il
principale contesto in cui matura l’omicidio. Nelle regioni del Centro è la
criminalità comune a registrare il primato delle vittime. Al Sud prevalgono gli
omicidi compiuti dalla criminalità organizzata.
Fra il 2003 e il 2012 si contano in Italia 1.838 omicidi
volontari consumati all’interno della sfera familiare o affettiva, con una
media annua di 184 vittime, pari ad una vittima ogni due giorni. Negli stessi
anni, la Lombardia risulta la prima regione per numero di omicidi in famiglia.
Nel contesto familiare e affettivo, la vittima è
principalmente una donna di età compresa fra i 25 e i 54 anni. Nel 2012 le
donne uccise in famiglia sono state 107, nel 2013 sono state 120 (19 tra
gennaio e febbraio 2013), 9 fra gennaio e febbraio 2014.
L’autore dell’omicidio in famiglia è in oltre 9 casi su 10
un uomo(90,6% nel 2012, dato in crescita rispetto all’82,7% del 2010 e
all’86,9% del 2011). L’incidenza degli autori uomini sale ulteriormente quando
la vittima è una donna, attestandosi al 96,9% nel 2012. Analogamente, le donne
tendono in misura maggiore a colpire soggetti di sesso opposto. Si conferma,
quindi, la centralità del conflitto di genere come chiave di lettura
dell’omicidio familiare.
All’interno dell’omicidio familiare, la metà riguarda gli
“omicidi di coppia”(coniugi, conviventi, ex coniugi o ex partner).
Si possono definire quattro profili omicidiari
(cluster)relativamente alle sole donne uccise da un uomo , in famiglia o nel
contesto affettivo.
- Femminicidi del possesso: caratterizzati da affettività patologica dell'autore, incapace di accettare la perdita dell'oggetto del proprio investimento affettivo.
- Femminicidi del logoramento: scaturiti da una convivenza conflittuale, logorata da continui litigi e dissapori. L’esasperazione e l’aggressività, maturate negli anni, si concretizzano in percosse, soffocamento, strangolamento.
- Femminicidi di interesse: appartengono a questo cluster, madri, sorelle, nonne, in genere donne anziane, uccise per interesse dai propri figli, fratelli o altri familiari.
- Femminicidi dell’irrilevanza: appartengono a questo profilo, le figlie, in prevalenza minori, uccise dai propri genitori, in quanto strumento utilizzato per punire il partner.
Significativa è anche la presenza di genitori uccisi dai
figli che supera quella dei figli uccisi dai genitori e quella dell’uccisione
di fratelli.
Risultano meno numerosi gli omicidi “pietatis causa”,
compiuti per liberare la vittima da una condizione patologica e di dipendenza.
Non trascurabile è la presenza di omicidi familiari dettati
da interesse o denaro, movente principale degli omicidi contro figure
parentali.
Gli omicidi della criminalità comune risultano in crescita e
assumono l’incidenza più alta nelle regioni del Centro. I principali moventi
sono costituiti da furti o rapine, traffico e spaccio di stupefacenti,
prostituzione. Tali delitti risultano sempre più efferati e di una violenza
inaudita. Le vittime sono anziani e persone che vivono da sole.
Ogni giorno, in Italia, centinaia di donne sono esposte alla
violenza di genere. Tra il 2000 e il 2012 si contano 2.220 donne vittime di
omicidio, 177 nel 2013, di cui 25 fra gennaio e febbraio dello stesso anno, 15
fra gennaio e febbraio del 2014. Dal giorno 1 marzo al 7 marzo 2014 quattro
donne, in particolare: a Como, 1 marzo, Lidia Nusdorfi, assassinata dall’ex
compagno, che non accettava la fine della relazione; a Milano, 3 marzo, sono
stati rinvenuti i cadaveri di due coniugi(omicidio-suicidio). La coppia aveva
organizzato la propria morte a causa della grave situazione economica in cui
viveva. Sempre a Milano, 4 marzo, è stata uccisa, con il figlioletto di quattro
anni, Libanny Mejia Lopez, che aveva rifiutato un approccio sessuale con un
amico di famiglia. A Frosinone, 7 marzo, Silvana Spaziani precipita dalle scale
e muore durante un litigio con il marito.
Una strage infinita, anche in questi giorni.
Sono necessari urgenti politiche e strumenti di prevenzione
e di contrasto.
Nessun commento:
Posta un commento