domenica 21 giugno 2015

Il malato inguaribile (parte terza)

                         









                    Danilo Restivo: un caso"tutto italiano"                                    

A Potenza lo chiamavano “il parrucchiere” per la sua ossessione di tagliare di nascosto, preferibilmente in autobus, le ciocche di capelli alle ragazze: possesso compulsivo di un feticcio femminile.

E’ noto anche per l’abitudine di importunare le ragazze, di cui si invaghisce, con telefonate mute seguite dalla colonna sonora del film “Profondo rosso” o dalla melodia “Per Elisa”.
Restivo tenta di ottenere, con la scusa di offrire piccoli doni, appuntamenti dalle ragazze da cui è attratto, diventando aggressivo e violento al rifiuto dei suoi approcci.



                     L’incontro con Elisa Claps





La mattina del 12 settembre 1993, incontra nella Chiesa della SS. Trinità a Potenza, Elisa Claps, studentessa sedicenne, al momento della scomparsa.

Dalle indagini risulta che l’ultima persona ad averla vista è Danilo Restivo, subito sospettato dagli inquirenti per avere un ruolo di primaria importanza nella scomparsa della ragazza.

Motivo del sospetto: Restivo tenta maldestramente di ricostruire, in maniera convincente, i suoi spostamenti dopo l’incontro.

Un sospetto che cade nel vuoto. E dire che tanti indizi e possibili prove puntavano il dito sull’uomo, a cominciare dai vestiti sporchi di sangue, il sangue di Elisa.
Nessuno ha richiesto, per esaminarli,  gli abiti indossati il giorno della scomparsa? O qualcuno si è rifiutato di consegnarli?
Per anni i familiari di Elisa chiedono insistentemente, ma senza esito, anche attraverso programmi televisivi, di indagare a fondo su Restivo e di effettuare accurati sopralluoghi nella Chiesa della SS. Trinità.

IL 17 marzo 2010, vengono ritrovati i resti della giovane nel sottotetto della chiesa, dove Elisa aveva incontrato il suo carnefice.




                   Danilo Restivo in Inghilterra


Durante gli anni delle “cosiddette indagini” sulla scomparsa di Elisa, il ragazzo di “buona famiglia” è lontano, spedito dagli accorti genitori oltremanica.

Nel 2002 “il parrucchiere” approda in Inghilterra, dove porta i suoi demoni.
Da qualche tempo, a Bournemouth, dove vive e si è sposato, si verificano episodi in cui vengono tagliate ciocche di capelli a ragazze, che riconoscono in Restivo l’autore del gesto.


              L’assassinio di Heather Barnett




Il 12 novembre 2002, a Bournemouth, si consuma un feroce delitto: la vittima è una vicina di casa del Restivo, Heather Barnett, quarantotto anni, sarta, madre di due figli.

La donna, trovata riversa nel bagno, martoriata ed orrendamente mutilata, tiene nelle mani due ciocche di capelli: una appartenente alla vittima, l’altra ad una persona non identificata.

I sospetti cadono immediatamente su Restivo, il quale il 30 giugno 20011 viene condannato all’ergastolo dalla Crown Court di Winchester per l’assassinio della Barnett.

Nel pronunciare la sentenza, in cui si afferma che, senza ombra di dubbio, Restivo ha ucciso anche Elisa Claps, il giudice Michael Bowes così si rivolge all’assassino: ”Lei non uscirà mai di prigione(…)Lei è recidivo. E’ un assassino freddo, depravato e calcolatore(…)che ha ucciso Heather come ha fatto con Elisa. Ha sistemato il corpo di Heather come fece con quello di Elisa. Le ha tagliato i capelli, proprio come a Elisa (…)Merita di stare in prigione per tutta la vita”.



                Forse una terza vittima e un innocente in carcere




Su Danilo Restivo si addensano pure i sospetti dell’assassinio di Joung-Ok-Shin, una studentessa sudcoreana di ventisei anni, uccisa il 12 luglio 2002 a Charminster, sobborgo di Bournemouth.
Per questo omicidio, nel 2005, viene dichiarato colpevole e condannato all’ergastolo Omar Benguit.
Il caso è stato riaperto e richiuso più volte, ma Omar Benguit si trova ancora in carcere, presunto innocente, a parere di molti.

Oki, così chiamavano la vittima, viene uccisa da un uomo che indossava un passamontagna, particolare fornito dalla stessa studentessa prima di spirare. Solito modus operandi e stessa firma: un paio di forbici come arma del delitto, taglio di una ciocca di capelli.

Da quanto è possibile apprendere, la polizia inglese, nel corso di una perquisizione nell’abitazione del giovane potentino, rinviene un diario. Tra le pagine, attaccate con nastro adesivo, ciocche di capelli di diverso colore.

E ancora prima degli omicidi della Barnett e di Oki, la polizia aveva fermato, in un parco pubblico, il Restivo per un controllo. L’uomo portava con sé uno zainetto contenente un passamontagna, un paio di forbici e guanti di plastica.


                La famiglia Restivo






Di Restivo è stato detto e scritto tanto. Della sua personalità oscura e complessa, della sua famiglia, dei suoi comportamenti, a dir poco inquietanti, quando era ancora un ragazzino.

Danilo è figlio di Maurizio Restivo, un notabile della città di Potenza, nipote di un esponente di primissimo piano della Democrazia Cristiana. In città viene descritto come un uomo superbo e dalla forte e carismatica personalità.

A Potenza si riferiva spesso dei comportamenti “fuori dall’ordinario” del giovanissimo Danilo.
Da ragazzo lavorava presso una ditta di disinfestazione ambientale. Per bocca di un suo collega, licenziato per queste dichiarazioni, si apprende che il giovanissimo Danilo era solito urlare, in preda al panico, richieste d’aiuto durante la notte.
Sempre lo stesso collega riferisce dell’impellente necessità del giovane di sottoporsi a lunghe docce, a qualsiasi ora del giorno, anche in piena notte, quasi volesse smacchiarsi da un senso di colpa o da qualcosa che lo turbava.

Si racconta a Potenza che Danilo, ancora bambino, avesse ferito non lievemente “per gioco” un coetaneo. I genitori del bambino ferito denunciano l’accaduto, ma poco tempo dopo, grazie all’intervento tempestivo del padre Maurizio, tutto svanisce in una bolla di sapone.

Due fratelli, sempre a Potenza, raccontarono che qualche mese prima della morte di Elisa Claps, Danilo, per gioco, li avesse legati ad un albero per un’intera notte, infastidendoli con la punta di un coltello.


Se la famiglia Restivo avesse preso coscienza delle condizioni mentali di Danilo, invece di insabbiarne i comportamenti, Elisa, Heather e chissà quante altre vivrebbero ancora.

Questa è una brutta storia di provincia: una rete di silenzi, coperture, connivenze si è estesa attorno al ragazzo, proteggendolo oltre ogni decenza e ogni buonsenso.



    Il ritrovamento di Elisa


Il 17 marzo 2010 i resti di Elisa Claps vengono ritrovati nel sottotetto della Chiesa della SS. Trinità. Sembrerebbe scoperti casualmente da alcuni operai, durante dei lavori di ristrutturazione.

Il ritrovamento sarà giudicato dai familiari una messinscena, ritenendolo avvenuto in precedenza e tenuto nascosto dal parroco della chiesa, don Mimì Sabia, poi deceduto.

Gildo, fratello di Elisa, ricorda che nel 1996, proprio nel sottotetto della chiesa, si erano tenuti dei lavori durante i quali l’impresa appaltatrice ”incernierò dei cassettoni proprio in corrispondenza del cadavere di mia sorella. Ridicolo pensare che nessuno abbia mai visto niente”.
Particolare da non sottovalutare: accanto al cadavere di Elisa, uccisa a colpi di forbici, viene ritrovato un bottone rosso, compatibile con un bottone da abito cardinalizio.

Danilo Restivo il 24 aprile 2013 viene condannato a trent’anni, e non all’ergastolo, per l’assassinio di Elisa Claps, in quanto i “reati concorrenti”, violenza sessuale e occultamento di cadavere, che avrebbero potuto far scattare l’ergastolo, erano caduti in prescrizione per la lunghezza delle indagini.
Tornerà in Inghilterra a scontare il suo ergastolo, dopo essere stato estradato temporaneamente  in Italia per presenziare al processo.


“Condotte di inquinamento probatorio imputabili a famigliari e terzi” scrive il GUP Elisabetta Boccassini nella sentenza di condanna a carico di Danilo Restivo.
La famiglia Restivo, sempre a quanto scrive la Boccassini, ha avuto un ruolo centrale, un ruolo di totale copertura.

Negli anni in cui le indagini non registravano alcun progresso, Felicia Genovese, PM di Potenza e titolare dell’indagine, viene indagata dalla Procura di Salerno, competente per i magistrati di Potenza, in quanto sospettata di aver insabbiato il caso. Viene prosciolta, ma il caso Claps passa di competenza dalla Procura della Repubblica di Potenza a quella di Salerno.


Tobias Jones, autore di “Sangue sull’altare”, scrive che il padre di Danilo Restivo teneva contatti telefonici con Felicia Genovese, il cui marito era un massone come lui.
Sempre secondo Jones, il silenzio dei potenti in questa storia è stato sconvolgente, e riferisce l’esempio del senatore a vita Emilio Colombo che, pur assiduo frequentatore della Chiesa della SS. Trinità, non si espresse mai in pubblico né sulla scomparsa di Elisa né sul ritrovamento del cadavere.


Perché nella chiesa in cui Elisa sparì non ci furono mai sopralluoghi? Perché non furono mai “messe alle strette” i sacerdoti di quella parrocchia? Perché i vestiti macchiati di sangue del principale sospettato non furono sequestrati? Perché l’amica che accompagna Elisa all’incontro con Danilo, non riesce a collaborare con la giustizia? Perché qualcuno testimoniò di aver visto Elisa, quando la ragazza era già morta, tentando di insinuare l’allontanamento volontario? Perché ai ” giochi ingenui” di Danilo non fu mai attribuita la giusta pericolosità? Perché tutte le denunce a suo carico cadevano sempre nel nulla?




                Anna Esposito: un suicidio anomalo




Anna Esposito, Commissario di Polizia di trentacinque anni, nel 2001 viene trovata impiccata alla maniglia della porta del bagno, nel suo appartamento a Potenza.
Il caso viene immediatamente archiviato come suicidio. Sulla relazione dei medici legali si legge una singolare definizione: “impiccamento atipico incompleto”.

Fortunatamente, dietro le pressioni della famiglia di Anna, nel 2013 si torna ad investigare, date le troppe falle della precedente indagine, non esclusa la testimonianza decisiva di Don Vignola, cappellano della Questura  che il giorno della scomparsa di Elisa, aveva celebrato messa alla Trinità in sostituzione di Don Mimì Sabia, partito per Fiuggi.
Don Vignola sembra conoscere particolari riservati della vita dell’Esposito, come altri tentativi di suicidio, ma non sembra un testimone attendibile: racconta e omette a seconda dell’interlocutore.

Nel 2000 Anna Esposito avrebbe confessato ad un familiare: ”Qualcuno in questura sa dove si trova il corpo di Elisa Claps” .

Forse Anna era ad un passo dalla verità sulla morte di Elisa, tanto da aver chiesto a Gildo Claps, un incontro, fissato per il pomeriggio del 12 marzo 2001, a cui non si presenterà perché morirà poche ore prima “per impiccamento atipico incompleto”.
Strana scelta quella del momento del suicidio: Anna si stava preparando per recarsi ad una festa, sul letto, pronti per essere indossati, stavano abito nero, calze nere e scarpe eleganti.

Benché il colpevole dell’omicidio di Elisa Claps sia stato assicurato alla giustizia, ancora oggi sulla vicenda permangono ombre e domande ancora in cerca di risposta.

Un caso “tutto italiano”.



                                        BIBLIOGRAFIA


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·         M. Newton, Serial Slaughter: What’s Behind America’s Murder Epidemic , Loompanics, Washington, 1992

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·         R. De Luca, L’omicidio seriale in Europa, Presentazione di Eskidab, la Banca Dati Europea sui Serial Killer


·         G. Bianconi Violenze, bugie e trame in carcere. Una vita dal massacro ai depistaggi in “Corriere della Sera” 1 maggio 2005


·         M. Serri,  Izzo e gli altri. Perché è così difficile capire se dentro sono rimasti dei mostri in “Corriere della Sera Magazine”, n. 19, 12 maggio 2005


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·         F. Sciarelli- G. Claps, Per Elisa: Il caso Claps. Dodici anni di depistaggi, silenzi , omissioni Rizzoli, 2011


·         P. Maurizio, L’uomo che amava uccidendo. La storia di Danilo Restivo, Koinè Nuove Edizioni, 2012


·         Sicilia Informazioni, Caso Claps: Chi è Danilo Restivo? Archivio storico,20 maggio 2010


·         T. Jones, Sangue sull’altare , Il Saggiatore, 2012



·         F. Amendolara, Il segreto di Anna, EdiMavi, 2014

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