sabato 26 luglio 2014

SCUOLA E OMOSESSUALITÀ : BINOMIO IMPOSSIBILE?

Esiste oggi in Italia una discriminazione nei confronti degli omosessuali? Si, certamente.
Realtà allarmante, ma prevedibile.

E' il 2014, quello che l'Arcigay ha battezzato "annus horribilis" dell'omofobia.

Trento, 2014 - Una donna, docente apprezzata da alunni e genitori in una scuola paritaria cattolica, viene "sospettata" di omosessualità. La madre superiora dell'Istituto chiede informazioni all'insegnante del suo orientamento sessuale e le consiglia un "percorso di riabilitazione", pena il mancato rinnovo del contratto. Ciò che poi avviene.
La madre superiora si difende : "La verità è stata stravolta".
L'episodio è stato denunciato dai Comitati trentini per Tsipras.


Nell'ottica di una scuola cattolica, la scelta è logica, ma non condivisibile.

La scuola cattolica non è finanziata con denaro pubblico? Non è giustificato finanziare con denaro pubblico chi discrimina e  chi fa carta straccia della Costituzione della Repubblica Italiana.

Piacenza, 2014 - I Dirigenti Scolastici degli Istituti Superiori ricevono una circolare dagli Uffici della Provincia. Poche righe vietano la somministrazione di un questionario conoscitivo sull'omosessualità agli studenti delle quinte classi.

Roma, 2014 - Mauro, sedici anni, si lancia nel vuoto dalla finestra della scuola. Poco prima di lui, altri due ragazzi scelgono la morte, per sottrarsi ad un mondo che non offre la speranza di vivere secondo le proprie inclinazioni.

Scritte oscene sui muri della scuola, parole al vetriolo scritte alla lavagna, insulti, cori in classe, alla fermata dell'autobus, mobbing... fino alla violenza fisica.

L'omofobia è una piaga incancrenita della scuola italiana. Nessuna cura, solo un velo di omertà.

Roma,2014 - Liceo Classico " Giulio Cesare".
Professori denunciati per oscenità e corruzione di minorenni per aver consigliato agli alunni la lettura di " Sei come sei" di Melania Mazzucco, romanzo in cui una coppia di uomini si occupa di una bambina nata dalla fecondazione assistita e da un utero in affitto.
L' Associazione Giuristi per la Vita e l'Associazione Pro Vita Onlus denunciano così alla Procura di Roma: "Alcuni passi rivelano un alto contenuto pornografico". I passi incriminati riguardano una scena di sesso esplicito: un rapporto orale omosessuale fra due giovani calciatori in uno spogliatoio.
Denuncia supportata dai militanti di Lotta Studentesca con lo slogan "Emergenza Omofollia" e Militia Christi, gruppo che si propone di "combattere l'indottrinamento e la propaganda ideologica della lobby gay nelle scuole".

Non è certamente corretto definire la scelta dei docenti del "Giulio Cesare" propaganda omosessuale.
La lettura del romanzo rientrava, a pieno titolo, nell'attuazione del documento dell'Ufficio Nazionale Antidiscriminazione Razziale, che prende il nome di Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere.
Programma interessante e necessario, visto che prevede, fra l'altro, l'"arricchimento delle offerte di formazione attraverso bibliografie sulle tematiche Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali) e sulle nuove realtà familiari".

È allarme nazionale che deve trovare una risposta immediata.
E la ministra Giannini? Nessuna risposta, anzi risposta ambigua.


Secondo quanto riferito da Avvenire, la ministra dell'Istruzione Stefania Giannini , rispondendo il 4 giugno ad un question time alla Camera, ha precisato che sarà evitato il "ripetersi di situazioni simili" (  riferendosi all'episodio del Giulio Cesare) "conseguenza dell'applicazione, nelle scuole, della Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere" predisposta dall' UNAR ( Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) in collaborazione con le associazioni Lgbt. La ministra aggiunge,poi,  che ogni progetto futuro dovrà essere sviluppato in accordo con gli ordini collegiali scolastici e le associazioni dei genitori.

L'Agesc (Associazione genitori scuole cattoliche ) e l'Age (Associazione genitori) si ritengono soddisfatte della presa di posizione della ministra.

Giorno 11 luglio, però, la stessa ministra incontra le Associazioni Agedo (Associazione genitori di omosessuali), Arcigay, Arcilesbica, Associazione Radicale Certi Diritti, Equality Italia, Famiglie Arcobaleno, Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, Gay Center, MIT (Movimento Identità Transessuale).
Le suddette associazioni chiedono alla Giannini delle azioni concrete finalizzate alla promozione della cultura delle differenze ed una data certa per l'avvio del corso di formazione rivolto alle figure di vertice del Ministero, come già previsto, e un  monitoraggio sull'entità del fenomeno omofobico.

A seguito della richiesta, la ministra si impegna a far partire in autunno il predetto corso di formazione e prevede come tema centrale per l'anno scolastico 2014/2015, il contrasto dell'omofobia attraverso iniziative relative a specifici programmi scolastici, corsi di formazione e  materiale didattico . Coinvolti nel progetto sarebbero dirigenti scolastici, docenti, alunni, personale scolastico non docente.

Ci chiediamo, a questo punto, quale sia il vero volto della Giannini.
Vedremo a breve.

Aspettiamo, intanto, speranzosi e tenendo ben presenti le parole di Gore Vidal  ne "La statua di sale":  "La vita sarebbe senz'altro migliore in un mondo dove il sesso venisse considerato come qualcosa di naturale e non spaventoso, e gli uomini potessero amare gli uomini, secondo la loro inclinazione, proprio con la stessa naturalezza con cui amano le donne" e le donne potessero amare le donne con la stessa naturalezza con cui amano gli uomini.

Piera Denaro

sabato 12 luglio 2014

DROGATI DI WEB

                                                                           
                                        I.A.D. : PATOLOGIA DILAGANTE

La diffusione di Internet ha modificato in brevissimo tempo i costumi e le modalità di intendere e organizzare le relazioni sociali e comunicative.
Si sono ampliate le possibilità di comunicazione e di accesso a fonti di informazione fino a ieri sconosciute e impensabili, ma il processo che stiamo vivendo, sta aprendo la strada a fenomeni psicopatologici che si manifestano con una sintomatologia del tutto simile a quella osservata nei soggetti  tossicodipendenti.
Si sta , infatti, assistendo alla diffusione preoccupante di una vera e propria psicopatologia che va sotto il nome di I.A.D. , Internet Addiction Disorder.
Il disturbo di dipendenza da Internet, oggetto di studio, già dagli anni ’90,  dello scienziato I. Goldberg, che per primo ne descrisse i criteri diagnostici, è oggi considerato una patologia del comportamento. Tale patologia, se non riconosciuta o sottovalutata, può produrre effetti devastanti sulla salute psichica e danni sociali, tanto quanto le dipendenze tradizionali da alcool, droghe, farmaci, gioco d’azzardo.
T. Cantelmi e M. Talli descrivono varie tipologie di dipendenza:
^Cyber  Sexual  Addiction (dipendenza da sesso virtuale) : visitazione ossessiva di siti porno, pratica di sesso virtuale.
^Cyber Relationship Addiction (dipendenza da relazioni virtuali) : utilizzo incontrollato per larga parte del giorno di email, social network, chat lines.
^Net Compulsion (comportamenti compulsivi tramite Internet ) : giochi d’azzardo on line, giochi di ruolo, shopping, trading.
^Information Overload ( sovraccarico cognitivo ) : ricerca compulsiva di dati dal web.
^Compulsion  Addiction (uso eccessivo e compulsivo del computer ) : giochi, gaming, solitari, playstation.

L’ American Journal of Psychiatry raccomanda di stare in guardia quando si superano sei ore di navigazione al giorno e iniziano a manifestarsi sintomi come insonnia, difficoltà di concentrazione, stress fisico e mentale, irascibilità e desiderio incontrollato dell’on line.
Tali sintomi, secondo ricercatori guidati da Hao Lei della Chinese Academy of Sciences  di Wuhan, sono determinati dall’alterazione che la “net addiction”  provoca sulla materia bianca( fibre nervose ricoperte di mielina) di alcune zone cerebrali, alterazioni già osservate in dipendenze da alcool e sostanze stupefacenti.

Cosa può condurre ad un’utilizzazione eccessiva di Internet e ad una psicopatologia?
La soddisfazione immediata di un bisogno, l’offerta illimitata, l’anonimato, la possibilità di sperimentare nuove identità, il senso di controllo e di appartenenza, l’annullamento dei limiti spaziali e temporali, la ricerca di un antidoto alla solitudine, il possesso di un bagaglio illimitato di informazioni. In poche parole, un desiderio irrefrenabile di “onnipotenza  virtuale”.

E’ opinione condivisa dagli studiosi che potenziali “cyberdipendenti” siano coloro che già vivono disagi emotivi e relazionali, ex alcolisti ed ex tossicodipendenti, coloro che conducono una vita sociale insoddisfacente o una vita affettiva problematica. In molti casi, infatti, la dipendenza da Internet può mascherare altri disturbi, come il disturbo ossessivo-compulsivo, forme di ansia e depressione, disordini relazionali, disorientamento, disistima.

Il fenomeno sta assumendo dimensioni preoccupanti  fra i giovanissimi, le cui storie sono comuni: “Restavo a casa incollato al computer invece di andare a scuola. Giocavo fino a notte fonda e non mi staccavo neanche per andare in bagno. Ho toccato il fondo. Dietro quella voglia di collegarmi ad Internet ed entrare in un altro mondo, ora penso ci sia stato un vuoto di sentimenti.” Così racconta Piero ( nome di fantasia ) che ha deciso di uscire dalla trappola della rete e dello schermo, unico rifugio per tutta la sua adolescenza, chiedendo aiuto all’equipe dell’ambulatorio del Policlinico Gemelli  di Roma, primo centro , nato in Italia, per curare i drogati di web.

Dalla I.A.D. è possibile uscire, ma si impone una scelta strategica finalizzata alla prevenzione e alla promozione della salute.
E’ necessaria ed urgente un’azione rivolta ai giovani, al loro stile di vita e di consumo, alle loro attività che, se non condotte correttamente, potrebbero avere un impatto deleterio nell’immediato e nell’età adulta.
Spetta ai genitori, in primo luogo, imporre regole educative che, per essere efficaci, non devono necessariamente tradursi in divieti , ma devono essere costruite attraverso il dialogo e la presenza costante, mai invadente perché produrrebbe aggressività, nel mondo virtuale dei figli.
E’ fondamentale anche, affinché l’obiettivo venga raggiunto con successo, una stretta e assidua collaborazione con le Istituzioni Scolastiche.
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Non demonizziamo l’utilizzo delle nuove tecnologie e non trasformiamo una grandissima risorsa in una pericolosa minaccia!

Piera Denaro