Danilo Restivo: un caso"tutto italiano"
A Potenza lo chiamavano “il
parrucchiere” per la sua ossessione di tagliare di nascosto, preferibilmente in
autobus, le ciocche di capelli alle ragazze: possesso compulsivo di un feticcio
femminile.
E’ noto anche per l’abitudine di
importunare le ragazze, di cui si invaghisce, con telefonate mute seguite dalla
colonna sonora del film “Profondo rosso” o dalla melodia “Per Elisa”.
Restivo tenta di ottenere, con la
scusa di offrire piccoli doni, appuntamenti dalle ragazze da cui è attratto,
diventando aggressivo e violento al rifiuto dei suoi approcci.
L’incontro con Elisa Claps
La mattina del 12 settembre 1993,
incontra nella Chiesa della SS. Trinità a Potenza, Elisa Claps, studentessa
sedicenne, al momento della scomparsa.
Dalle indagini risulta che
l’ultima persona ad averla vista è Danilo Restivo, subito sospettato dagli
inquirenti per avere un ruolo di primaria importanza nella scomparsa della
ragazza.
Motivo del sospetto: Restivo
tenta maldestramente di ricostruire, in maniera convincente, i suoi spostamenti
dopo l’incontro.
Un sospetto che cade nel vuoto. E
dire che tanti indizi e possibili prove puntavano il dito sull’uomo, a
cominciare dai vestiti sporchi di sangue, il sangue di Elisa.
Nessuno ha richiesto, per
esaminarli, gli abiti indossati il
giorno della scomparsa? O qualcuno si è rifiutato di consegnarli?
Per anni i familiari di Elisa
chiedono insistentemente, ma senza esito, anche attraverso programmi
televisivi, di indagare a fondo su Restivo e di effettuare accurati
sopralluoghi nella Chiesa della SS. Trinità.
IL 17 marzo 2010, vengono
ritrovati i resti della giovane nel sottotetto della chiesa, dove Elisa aveva
incontrato il suo carnefice.
Danilo Restivo in Inghilterra
Durante gli anni delle
“cosiddette indagini” sulla scomparsa di Elisa, il ragazzo di “buona famiglia”
è lontano, spedito dagli accorti genitori oltremanica.
Nel 2002 “il parrucchiere”
approda in Inghilterra, dove porta i suoi demoni.
Da qualche tempo, a Bournemouth,
dove vive e si è sposato, si verificano episodi in cui vengono tagliate ciocche
di capelli a ragazze, che riconoscono in Restivo l’autore del gesto.
L’assassinio di Heather Barnett
Il 12 novembre 2002, a
Bournemouth, si consuma un feroce delitto: la vittima è una vicina di casa del
Restivo, Heather Barnett, quarantotto anni, sarta, madre di due figli.
La donna, trovata riversa nel
bagno, martoriata ed orrendamente mutilata, tiene nelle mani due ciocche di
capelli: una appartenente alla vittima, l’altra ad una persona non
identificata.
I sospetti cadono immediatamente
su Restivo, il quale il 30 giugno 20011 viene condannato all’ergastolo dalla
Crown Court di Winchester per l’assassinio della Barnett.
Nel pronunciare la sentenza, in
cui si afferma che, senza ombra di dubbio, Restivo ha ucciso anche Elisa Claps,
il giudice Michael Bowes così si rivolge all’assassino: ”Lei non uscirà mai di prigione(…)Lei è recidivo. E’ un assassino
freddo, depravato e calcolatore(…)che ha ucciso Heather come ha fatto con
Elisa. Ha sistemato il corpo di Heather come fece con quello di Elisa. Le ha
tagliato i capelli, proprio come a Elisa (…)Merita di stare in prigione per
tutta la vita”.
Forse una terza vittima e un innocente in carcere
Su Danilo Restivo si addensano
pure i sospetti dell’assassinio di Joung-Ok-Shin, una studentessa sudcoreana di
ventisei anni, uccisa il 12 luglio 2002 a Charminster, sobborgo di Bournemouth.
Per questo omicidio, nel 2005,
viene dichiarato colpevole e condannato all’ergastolo Omar Benguit.
Il caso è stato riaperto e
richiuso più volte, ma Omar Benguit si trova ancora in carcere, presunto
innocente, a parere di molti.
Oki, così chiamavano la vittima,
viene uccisa da un uomo che indossava un passamontagna, particolare fornito
dalla stessa studentessa prima di spirare. Solito modus operandi e stessa
firma: un paio di forbici come arma del delitto, taglio di una ciocca di
capelli.
Da quanto è possibile apprendere,
la polizia inglese, nel corso di una perquisizione nell’abitazione del giovane
potentino, rinviene un diario. Tra le pagine, attaccate con nastro adesivo,
ciocche di capelli di diverso colore.
E ancora prima degli omicidi
della Barnett e di Oki, la polizia aveva fermato, in un parco pubblico, il
Restivo per un controllo. L’uomo portava con sé uno zainetto contenente un
passamontagna, un paio di forbici e guanti di plastica.
La famiglia Restivo
Di Restivo è stato detto e
scritto tanto. Della sua personalità oscura e complessa, della sua famiglia,
dei suoi comportamenti, a dir poco inquietanti, quando era ancora un ragazzino.
Danilo è figlio di Maurizio
Restivo, un notabile della città di Potenza, nipote di un esponente di
primissimo piano della Democrazia Cristiana. In città viene descritto come un
uomo superbo e dalla forte e carismatica personalità.
A Potenza si riferiva spesso dei
comportamenti “fuori dall’ordinario” del giovanissimo Danilo.
Da ragazzo lavorava presso una
ditta di disinfestazione ambientale. Per bocca di un suo collega, licenziato
per queste dichiarazioni, si apprende che il giovanissimo Danilo era solito
urlare, in preda al panico, richieste d’aiuto durante la notte.
Sempre lo stesso collega
riferisce dell’impellente necessità del giovane di sottoporsi a lunghe docce, a
qualsiasi ora del giorno, anche in piena notte, quasi volesse smacchiarsi da un
senso di colpa o da qualcosa che lo turbava.
Si racconta a Potenza che Danilo,
ancora bambino, avesse ferito non lievemente “per gioco” un coetaneo. I
genitori del bambino ferito denunciano l’accaduto, ma poco tempo dopo, grazie
all’intervento tempestivo del padre Maurizio, tutto svanisce in una bolla di
sapone.
Due fratelli, sempre a Potenza,
raccontarono che qualche mese prima della morte di Elisa Claps, Danilo, per
gioco, li avesse legati ad un albero per un’intera notte, infastidendoli con la
punta di un coltello.
Se la famiglia Restivo avesse
preso coscienza delle condizioni mentali di Danilo, invece di insabbiarne i
comportamenti, Elisa, Heather e chissà quante altre vivrebbero ancora.
Questa è una brutta storia di
provincia: una rete di silenzi, coperture, connivenze si è estesa attorno al
ragazzo, proteggendolo oltre ogni decenza e ogni buonsenso.
Il ritrovamento di Elisa
Il 17 marzo 2010 i resti di Elisa
Claps vengono ritrovati nel sottotetto della Chiesa della SS. Trinità.
Sembrerebbe scoperti casualmente da alcuni operai, durante dei lavori di
ristrutturazione.
Il ritrovamento sarà giudicato
dai familiari una messinscena, ritenendolo avvenuto in precedenza e tenuto
nascosto dal parroco della chiesa, don Mimì Sabia, poi deceduto.
Gildo, fratello di Elisa, ricorda
che nel 1996, proprio nel sottotetto della chiesa, si erano tenuti dei lavori
durante i quali l’impresa appaltatrice ”incernierò
dei cassettoni proprio in corrispondenza del cadavere di mia sorella. Ridicolo
pensare che nessuno abbia mai visto niente”.
Particolare da non sottovalutare:
accanto al cadavere di Elisa, uccisa a colpi di forbici, viene ritrovato un
bottone rosso, compatibile con un bottone da abito cardinalizio.
Danilo Restivo il 24 aprile 2013
viene condannato a trent’anni, e non all’ergastolo, per l’assassinio di Elisa
Claps, in quanto i “reati concorrenti”, violenza sessuale e occultamento di
cadavere, che avrebbero potuto far scattare l’ergastolo, erano caduti in
prescrizione per la lunghezza delle indagini.
Tornerà in Inghilterra a scontare
il suo ergastolo, dopo essere stato estradato temporaneamente in Italia per presenziare al processo.
“Condotte di inquinamento probatorio imputabili a famigliari e terzi”
scrive il GUP Elisabetta Boccassini nella sentenza di condanna a carico di
Danilo Restivo.
La famiglia Restivo, sempre a
quanto scrive la Boccassini, ha avuto un ruolo centrale, un ruolo di totale
copertura.
Negli anni in cui le indagini non
registravano alcun progresso, Felicia Genovese, PM di Potenza e titolare
dell’indagine, viene indagata dalla Procura di Salerno, competente per i
magistrati di Potenza, in quanto sospettata di aver insabbiato il caso. Viene
prosciolta, ma il caso Claps passa di competenza dalla Procura della Repubblica
di Potenza a quella di Salerno.
Tobias Jones, autore di “Sangue sull’altare”, scrive che il padre
di Danilo Restivo teneva contatti telefonici con Felicia Genovese, il cui
marito era un massone come lui.
Sempre secondo Jones, il silenzio
dei potenti in questa storia è stato sconvolgente, e riferisce l’esempio del
senatore a vita Emilio Colombo che, pur assiduo frequentatore della Chiesa
della SS. Trinità, non si espresse mai in pubblico né sulla scomparsa di Elisa
né sul ritrovamento del cadavere.
Perché nella chiesa in cui Elisa
sparì non ci furono mai sopralluoghi? Perché non furono mai “messe alle strette”
i sacerdoti di quella parrocchia? Perché i vestiti macchiati di sangue del
principale sospettato non furono sequestrati? Perché l’amica che accompagna
Elisa all’incontro con Danilo, non riesce a collaborare con la giustizia?
Perché qualcuno testimoniò di aver visto Elisa, quando la ragazza era già
morta, tentando di insinuare l’allontanamento volontario? Perché ai ” giochi
ingenui” di Danilo non fu mai attribuita la giusta pericolosità? Perché tutte
le denunce a suo carico cadevano sempre nel nulla?
Anna Esposito: un suicidio anomalo
Anna Esposito, Commissario di
Polizia di trentacinque anni, nel 2001 viene trovata impiccata alla maniglia
della porta del bagno, nel suo appartamento a Potenza.
Il caso viene immediatamente
archiviato come suicidio. Sulla relazione dei medici legali si legge una
singolare definizione: “impiccamento
atipico incompleto”.
Fortunatamente, dietro le
pressioni della famiglia di Anna, nel 2013 si torna ad investigare, date le
troppe falle della precedente indagine, non esclusa la testimonianza decisiva
di Don Vignola, cappellano della Questura
che il giorno della scomparsa di Elisa, aveva celebrato messa alla
Trinità in sostituzione di Don Mimì Sabia, partito per Fiuggi.
Don Vignola sembra conoscere
particolari riservati della vita dell’Esposito, come altri tentativi di
suicidio, ma non sembra un testimone attendibile: racconta e omette a seconda
dell’interlocutore.
Nel 2000 Anna Esposito avrebbe
confessato ad un familiare: ”Qualcuno in
questura sa dove si trova il corpo di Elisa Claps” .
Forse Anna era ad un passo dalla
verità sulla morte di Elisa, tanto da aver chiesto a Gildo Claps, un incontro,
fissato per il pomeriggio del 12 marzo 2001, a cui non si presenterà perché
morirà poche ore prima “per impiccamento atipico incompleto”.
Strana scelta quella del momento
del suicidio: Anna si stava preparando per recarsi ad una festa, sul letto,
pronti per essere indossati, stavano abito nero, calze nere e scarpe eleganti.
Benché il colpevole dell’omicidio
di Elisa Claps sia stato assicurato alla giustizia, ancora oggi sulla vicenda
permangono ombre e domande ancora in cerca di risposta.
Un caso “tutto italiano”.
BIBLIOGRAFIA
·
V.M. Mastronardi- R. De Luca , I serial killer Newton, Compton Editori,
Roma, 2014
·
R. De Luca,
Anatomia del serial killer,
Giuffrè, Milano, 2001
·
M. Malagoli Togliatti-L. Rocchietta Tofani, Famiglie multiproblematiche, NIS, Roma,
1975
·
M.
Newton, Serial Slaughter: What’s Behind
America’s Murder Epidemic , Loompanics, Washington, 1992
·
F. Bruno, Inquietudine
omicida, Phoenix, Roma, 2000
·
M.
Newton, Hunting Humans: An Encyclopedia
of Modern Serial Killers, Loompanics, Washington, 1990
·
U. Cubeddu,
Ergastolano in permesso, l’incubo
del serial killer, in “Il Messaggero” 6 settembre 2000
·
R. De Luca, L’omicidio
seriale in Europa, Presentazione di Eskidab, la Banca Dati Europea sui
Serial Killer
·
G. Bianconi Violenze,
bugie e trame in carcere. Una vita dal massacro ai depistaggi in “Corriere
della Sera” 1 maggio 2005
·
M. Serri,
Izzo e gli altri. Perché è così
difficile capire se dentro sono rimasti dei mostri in “Corriere della Sera
Magazine”, n. 19, 12 maggio 2005
·
V. Andreoli,
Chi ha fallito in “Io Donna” n. 20, 14 maggio 2005
·
F. Sciarelli- G. Claps, Per Elisa: Il caso Claps. Dodici anni di depistaggi, silenzi ,
omissioni Rizzoli, 2011
·
P. Maurizio, L’uomo
che amava uccidendo. La storia di Danilo Restivo, Koinè Nuove Edizioni, 2012
·
Sicilia Informazioni, Caso Claps: Chi è Danilo Restivo? Archivio storico,20 maggio 2010
·
T. Jones, Sangue
sull’altare , Il Saggiatore, 2012
·
F. Amendolara, Il segreto di Anna, EdiMavi, 2014